La storia

Il nome

L’Accademia Aeronautica fu fondata nel 1923, anno di costituzione dell’Arma Azzurra. Il primo corso fu chiamato “Aquila” dando inizio a quella denominazione alfabetica, tuttora in uso, che rappresenta un legame indissolubile per gli Allievi appartenenti allo stesso corso. In merito alla denominazione dei corsi, il primo Comandante dell’Accademia, il Capitano di Vascello Giulio Valli, affermò che: “Una delle principali decisioni fu quella della denominazione dei Corsi. Ricordavo come in vari casi, partecipando alle sedute della Commissione d’Avanzamento al Ministero, ed esaminando la storia di qualche Ufficiale, risultava talvolta difficile identificare la sua anzianità originale rispetto a quella di altri parigrado. C’era invero l’uso di riferirsi, per specificare i vari corsi, al nome del Capocorso, il quale peraltro era stato tale solo nel periodo accademico, mescolandosi poi con gli altri e molto spesso, anzi, si era perduto di vista, interrompendo la carriera. Dunque il sistema era poco efficace. Allora mi venne l’idea di denominare i Corsi stabilmente in maniera utile e insieme interessante per gli Allievi, i quali si appassionarono subito a questa scelta”.
Il Corso Pegaso (1935)
Con i primi tre Corsi (Aquila, Borea e Centauro) in progressione alfabetica, opportunamente detti dei “fondatori”, furono poste le basi delle tradizioni dell’Accademia che, pur nella costante evoluzione dei tempi, hanno mantenuto intatti i loro fondamentali valori spirituali. Molte di queste tradizioni sono tuttora esistenti e contribuiscono a mantenere vivo lo spirito e la passione con cui l’Accademia è stata fondata e a rafforzare i legami che uniscono le nuove generazioni a quelle che le hanno precedute negli omonimi Corsi. Illuminante fu, al riguardo, la decisione di ripetere i nomi dei corsi, suggerita dal Generale Ajmone Cat, Comandante delle Scuole della Regia Aeronautica (R.A.) che, con una lettera del 24 agosto 1942 indirizzata al Gabinetto del Ministero, propose di mantenere, per motivi legati alla tradizione, alla fine del primo ciclo alfabetico, i nominativi dei Corsi precedenti con l’aggiunta di una cifra, indicante la “generazione”. La proposta venne accettata dallo Stato Maggiore della R.A. e, a iniziare dal 1942, la Regia Accademia Aeronautica inaugurò la nuova serie con il Corso Aquila II dando così origine alla suggestiva tradizione della fratellanza e solidarietà tra i corsi di diverse generazioni ma legati dallo stesso nome.
Il Corso Pegaso II (1955)

Il giuramento e battesimo del corso

Il Corso Pegaso III al completo il giorno del giuramento
I Corsi dell’Accademia sono contraddistinti da nomi di rapaci, venti, costellazioni e figure mitologiche. II simbolo di ciascun corso campeggia nel gagliardetto, il motto invece indica lo spirito, la passione, l’ansia che spinge i giovani ad abbracciare la carriera aeronautica, da quando l’aviazione era ancora considerata uno “sport da folli”. Inizialmente l’attribuzione del nome avveniva durante una cerimonia di battesimo a carattere goliardico, ma allo stesso tempo suggestiva e dignitosa, che aveva luogo subito dopo l’effettuazione del primo volo.

A tale cerimonia inizialmente presenziavano la madrina del corso (di solito scelta tra le mogli degli Ufficiali del quadro permanente) e un certo numero di Ufficiali Piloti che fungevano da “padrini”‘ di volo dei singoli allievi. Successivamente il corso si disponeva in circolo con i padrini alle spalle mentre la madrina, ponendosi al centro del cerchio, liberava un palloncino rosso su cui era scritto il nome del Corso. Al palloncino era appesa l’orifiamma con i colori del Corso e i nomi di tutti gli Allievi: l’ascesa dell’orifiamma verso il ciclo rappresentava simbolicamente il volo degli Aviatori.

Il Corso Pegaso III schierato pronto a giurare il 28 Aprile 1975
Solo nel 1928 venne istituita una cerimonia unica, comprendente il Giuramento ed il Battesimo del corso. Quest’ultimo subì alcune modifiche: in particolare scomparve la figura della madrina, sostituita dal Padrino, e venne prevista sia la lettura della Preghiera dell’Aviatore sia la benedizione religiosa del gagliardetto. Con l’inizio della seconda generazione il ruolo di Padrino, in occasione del battesimo del corso, fu assegnato all’Ufficiale in servizio più anziano proveniente dall’omonimo corso della generazione precedente.

Attualmente questa cerimonia, uno degli eventi più importanti della vita dell’Accademia, ha luogo in primavera alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica. Dal 1993 la consegna del gagliardetto al Capocorso avviene tramite i Padrini degli omonimi corsi precedenti. La cerimonia rappresenta un suggestivo momento di incontro tra generazioni diverse, favorendo l’instaurarsi di un clima di vicinanza e solidarietà in cui l’emozione dei Padrini e dei pinguini (così sono definiti gli allievi del primo anno che, se pur “volatili”, non hanno ancora conseguito le ali) diviene palpabile e indimenticabile. Il 28 Aprile 1975 si è celebrato il giuramento e battesimo del Corso Pegaso III alla presenza del Capo dello Stato Presidente Leone. L’evento resterà uno dei ricordi più suggestivi dell’intera vita aeronautica di coloro che vi hanno preso parte, insieme alla consapevolezza di aver dato continuità e lustro ad una tradizione che ha visto la prima generazione del Pegaso varcare i cancelli della Regia Accademia Aeronautica nel lontano ottobre del 1935.

Il Presidente della Repubblica passa in rassegna il corso dopo il giuramento
Discorso del Presidente della Repubblica Giovanni Leone per il giuramento del Pegaso III

Il gagliardetto di corso

Ogni corso ha il proprio gagliardetto, sul quale vengono ricamati il nome, il motto, l’emblema simbolico del corso e l’anno di ingresso in Accademia. Esso viene presentato al pubblico per la prima volta in occasione della cerimonia del Giuramento e Battesimo, quando viene affidato al Capocorso da parte del Padrino della prima generazione presente alla cerimonia per mezzo di quello della generazione precedente, proprio a raffigurare un passaggio di testimone dalle generazioni precedenti a quella appena entrata.

I gagliardetti sono esposti in Accademia Aeronautica, quelli della prima generazione presso il Parlatorio Allievi, mentre quelli delle generazioni successive sono conservati nel corridoio storico in prossimità della Cappella dell’Istituto. La tradizione vuole che nel corso della cerimonia del Giuramento e Battesimo tutti i gagliardetti sfilino in parata prima degli Allievi. Sul gagliardetto del Corso Pegaso III campeggia il mitologico cavallo alato ritratto su una coltre di nuvole ed illuminato da un fascio di luce che rappresenta gli alti valori spirituali e morali a cui si ispirano i membri del corso; in basso il motto dei Corsi Pegaso “Cum pennis cor”

Il gagliardetto del Corso Pegaso III

Cum pennis cor

Il motto del corso, trascritto sul gagliardetto per essere trasmesso alle generazioni future, veniva coniato il giorno del Giuramento dei corsi della prima serie. Queste frasi erano di pura fantasia, oppure tratte dalla letteratura, ed alla loro ricerca partecipavano gli stessi Allievi, invitati a fare proposte al riguardo. Il motto del Corso Pegaso fu appunto “Cum Pennis Cor” (con il cuore alato), ideato da Gabriele D’Annunzio e dipinto sulla fusoliera del glorioso SVA del volo su Vienna. Esso voleva simboleggiare come con le capacità tecniche del mezzo (cum pennis) e principalmente con le doti umane: la passione, l’ardimento, l’abnegazione, la generosità ed il sacrificio (cor), i giovani Aviatori avrebbero animato l’Arma Azzurra.
D’Annunzio e lo SVA
Consegna del gagliardetto a Mirco Zuliani da parte del capo corso del Pegaso II T.Col. Marcello Caltabiano

Le orifiamme dei corsi

Le orifiamma dei corsi issate il giorno del giuramento del Pegaso III
I corsi presenti in Accademia sono indicati dalle orifiamma che sventolano sui pennoni del campo sportivo.

Ciascuna reca l’iniziale e il colore del corso cui si riferisce e viene issata per la prima volta quando al termine della prima selezione al volo gli Allievi del Ruolo Naviganti rientrano in Accademia dalla scuola di pilotaggio e si uniscono ai colleghi di corso degli altri ruoli.

ln occasione dei primi corsi i colori dell’orifiamma corrispondevano al colore assegnato al corso stesso.

Successivamente si decise di far uso di soli quattro colori: blu, giallo, rosso e verde, i colori degli emblemi delle quattro Squadriglie (la 10a Squadriglia Farman, la 91a Squadriglia da Caccia, la 10 a Squadriglia da bombardamento Caproni e la 87a Squadriglia Aeroplani) che costituiscono lo stemma araldico dell’Aeronautica Militare. Così il colore assegnato al Corso Pegaso III è stato il giallo. A partire dalla sesta generazione si riprenderanno i colori originali dei corsi, il colore del Pegaso VI sarà l’arancione.

L’orifiamma viene ammainata quando l’ultimo Allievo del corso lascia l’Accademia. II colore del corso è ripreso nelle maglie delle tenute sportive.

Nelle occasioni più importanti vengono issate sui pennoni del campo sportivo le orifiamma di tutti i corsi, compresi quelli non presenti in Accademia.

Si tratta di orifiamma particolari, di colore blu, più grandi di quelle ordinarie, che riportano per intero il nome del corso scritto a caratteri maiuscoli bianchi.

L'anello di corso

Già dalla fondazione dell’Accademia venne istituita la tradizione di realizzare un anello simbolico in bronzo che ricordasse il corso di appartenenza, sia nell’incisione sia nel colore della pietra incastonata.

Originariamente l’anello veniva donato dalla madrina, in ricordo del corso da lei “protetto”. Successivamente ogni corso lasciò un esemplare del proprio anello all’Accademia per essere custodito nella raccolta storica dell’Istituto.

Questa tradizione, tra le più antiche e cariche di significato, si è interrotta già a partire dalla terza generazione quando alcuni corsi decisero di rinunciare all’onere di finanziare l’anello. Anche il Corso Pegaso III decise, al terzo anno di Accademia, di non fare l’anello di Corso.

Nel 1994, in occasione del giuramento del Corso Pegaso IV, un gruppo di ufficiali del corso decise di riprodurre l’anello che il Duca Amedeo d’Aosta aveva regalato agli allievi del primo Corso Pegaso di cui era il padrino. Un membro del Pegaso I fornì un esemplare dell’anello per essere riprodotto a cera persa.

Dell’anello, in oro, sono state prodotte alcune decine di esemplari.

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